Plastica riciclata. Nuovo Percorso naturalistico Bocca d’Ombrone.
Architettura Grosseto Plastica riciclata – Second life. Il nuovo percorso di bocca d’Ombrone realizzato interamente con bottiglie d’acqua riciclate.
Il percorso di bocca d’Ombrone è localizzato all’interno del Parco Regionale della Maremma, lungo la foce del fiume omonimo e si sviluppa per circa 200 metri fino ad in punto di osservazione di fauna limicola. Il tracciato è stato ricavato interamente su quello esistente, di fatto degradato e non più idoneo alla sua funzione fruitiva.
Si tratta di una zone molto sensibile dal punto di vista naturalistico, dove coesistono lati valori paesaggistici con emergenze faunistiche.
L’idea progettuale ha come punto di partenza un ossimoro, l’unione di due realtà apparentemente inconciliabili: la plastica ed il bamboo, che appartengono a due realtà completamente diverse.
La plastica, materiale che è sinonimo di degrado ed inquinamento, diventa attraverso il processo di riciclaggio un elemento ecologico che richiama il concetto di riduzione degli sprechi di risorse e riuso dei materiali di scarto.
Il bamboo, pianta dai molteplici utilizzi, rappresenta il diretto legame con l’ambiente, integrandosi “naturalmente” con l’ecosistema del fiume e del parco.
Il progetto vuole trasmettere così un messaggio culturale, evidenziando come la contaminazione tra natura e prodotto dell’uomo non sempre conduca a degrado e inquinamento, ma anzi diventi emblema di un progettare sostenibile e fortemente integrato nell’ambiente. luminoso e di grande respiro per la vivibilità dell‘intero il palazzo comunale.
Il percorso ha uno sviluppo complessivo di circa 200 m, interamente sul tracciato di quello esistente da sostituire, fino al raggiungimento del capanno che verrà parzialmente restaurato. Il manufatto sarà realizzato interamente su palafitte ancorate a terra puntoni, mentre lo scempiato appoggerà direttamente sulla sottostruttura. A completamento dell’intervento è previsto un parziale tamponamento sui parapetti con delle fascine di erica scoparia, suddiviso funzionalmente in tre zone: avvicinamento, protezione ed osservazione.
A seconda delle tre zone funzionali l’erica scoparia viene trattata in modo differenziata: rada ed eterogenea nell’avvicinamento, molto fitta nella zona di protezione, e con degli ampi varchi di osservazione nella zona medesima. Grazie a questo trattamento così diverso si permette un ampio livello di fruizione da parte di tutte le categorie di utenti del parco.
progettista incaricato: Dario Menichetti architetto
collaboratori: Valentina Menichini architetto, Maria Francesca Mollica ingegnere
progetto preliminare, definitivo, esecutivo, direzione lavori, coordinamento per la sicurezza